Acimac: un brainstorming sul futuro del distretto

È sufficiente guardare al distretto? Quali le sue prospettive tra 5 anni? Quale strada intraprendere?

A queste domande si è cercato di rispondere durante la tavola rotonda organizzata oggi, 10 maggio, da Acimac, nell’ambito del convegno “Il distretto allo specchio”.
Presso Villa Marchetti, sede dell’Associazione, si sono riuniti imprenditori di spicco del settore ceramico e dell’impiantistica ceramica, dai quali sono emersi spunti interessanti e stimoli di riflessione, più o meno ottimistici, sul futuro del comparto.
Dopo le due relazioni introduttive del Direttore di Acimac, Paolo Gambuli, che ha fatto un inquadramento degli scenari economici e di mercato mondiali, e di Stefano Alberti, dello Studio Pier Giovanni Ascari & Soci, che ha confrontato i risultati economici di aziende ceramiche del distretto con diverse strategie competitive, si è entrati nel vivo del dibattito moderato da Ettore Tazzioli, direttore TRC.

Si sono succeduti gli interventi di Pietro Cassani, presidente di Acimac, il quale ha segnalato la necessità di allargare l’osservatorio all’esterno del distretto sassolese cogliendo dall’estero i segnali per riorientare le strategie. Cassani ha inoltre sottolineato l’importanza di proseguire sulla strada dell’internazionalizzazione. Molto ottimistica la visione di Franco Manfredini, presidente di Confindustria Ceramica e presidente di Casalgrande Padana, che vede nel Made in Italy l’eccellenza, il punto di forza per uscire dalla crisi. “Siamo i più bravi sia nel prodotto sia nella tecnologia - ha dichiarato Manfredini - capacità che tutto il mondo ci invidia”. Il microfono è passato poi ad Angelo Lami, presidente di Ceramicolor e di Inco il quale ha fatto emergere il problema della lievitazione dei costi delle materie prime e la difficoltà a reperirle sul mercato. Carlos Ferrer, amministratore delegato di Esmalglass, ha espresso note positive sul distretto riconoscendogli il merito di essere sempre stato in grado di reinventarsi. Molto più prudente la proiezione futura di Claudio Lucchese, presidente di Florim Ceramiche, secondo il quale la situazione di stallo e ridimensionamento attuale sarà quella con cui dovremo convivere anche negli anni a venire. Sergio Sassi, presidente di Emilceramica, ha lamentato lo scarso supporto che il nostro Sistema Paese rivolge all’imprenditoria notificando la difficoltà di fare impresa in Italia. Allo stesso modo la pensa Graziano Verdi, presidente e amministratore delegato di GranitiFiandre, a cui aggiunge la problematica del costo del lavoro e della pressione fiscale. Verdi rimane tuttavia del parere che il distretto manterrà anche in futuro la leadership stilistico tecnologica. Franco Stefani, presidente di System Group, fa presente la necessità di adeguarsi nel produrre tecnologia meno sofisticata per i Paesi che stanno trainando oggi il mercato. “L’Italia non cresce – ha dichiarato Stefani – e il distretto deve intraprendere un cammino di ristrutturazione”. Infine, Fabio Tarozzi, amministratore delegato di Siti – B&T Group, pur riconoscendo la forza del brand Made in Italy, ha sottolineato in modo deciso la debolezza del nostro Sistema Paese.

La tavola rotonda si è conclusa con un impegno unanime: concentrare le forze, fare più sistema tra produttori di ceramica e impiantisti e unire gli sforzi orientati alla ricerca di nuovi prodotti e tecnologie per salvaguardare il futuro del distretto.

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