"L'annus horribilis" delle macchine per ceramica

L'annus horribilis, così è stato battezzato il 2009 dal comparto meccano-ceramico italiano che, in soli dodici mesi, ha visto il giro d'affari tornare ai livelli del 1999 (1.292 milioni di euro). In contrazione di 33 punti percentuali rispetto al 2008, il fatturato 2009 si ferama a 1.240,8 milioni di euro con analoghi contraccolpi sul mercato domestico (-33,6% a 325,2 milioni di euro) e su quelli internazionali (-32,8% a 915,6 milioni di euro). Si conferma tuttavia la leadership mondiale dei produttori italiani sui mercati internazionali dove il settore genera il 73,8% del fatturato totale.

 

Struttura del settore

Nel 2009 il numero delle imprese operanti nel settore ha subito un ridimensionamento di 8 unità, passando dalle 167 del 2008 alle 159 dello scorso anno. La maggioranza numerica delle aziende (58,5%) è rappresentata da realtà con fatturati inferiori ai 2,5 milioni di euro), mentre l'incidenza maggiore sul fatturato totale, 72,4%, è, all'opposto, delle realtà con fatturati superiori ai 10 milioni di euro. L'occupazione subisce un modesto calo scendendo a 6.229 addetti contro i 6.849 del 2008 (-620 unità).

"Continueremo a stimolare il mercato con innovazioni capaci di migliorare l'estetica, la sostenibilità ambientale e l'automazione dei prodotti ceramici"  dichiara il Presidente di Acimac Pietro Cassani. “Per far fronte a questi impegni, chiediamo a gran voce al Governo l’avvio di tutte le misure necessarie ad agevolare  l’attività imprenditoriale a partire dal rinnovo delle agevolazioni per l’acquisto di macchinari, previsto dalla Tremonti Ter.

Internazionalizzazione

Scende di 10 unità rispetto al 2008, il numero delle società estere a capitale maggioritario italiano (superiore al 51%). Le 58 aziende controllate da Gruppi italiani hanno generato un fatturato complessivo di 26,8 milioni di Euro (-6,6% sul 2008).

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