Mohawk Industries acquisisce Elizabeth in Brasile

L’operazione, che sarà perfezionata nel primo trimestre 2023, consentirà a Mohawk Industries di diventare leader di mercato in valore in Brasile, dove già opera con Eliane.

A distanza di pochi mesi dall’accordo per acquisire la messicana Vitromex (il closing, soggetto ad approvazione del governo, è atteso nella prima metà del 2023), Mohawk Industries punta a una nuova espansione anche in Brasile, dove è già presente dal 2018 con Eliane.

Lo scorso 3 novembre ha infatti annunciato l’accordo per rilevare Elizabeth Revestimentos, azienda fondata nel 1984 a Joao Pessoa, nello Stato di Paraiba, e che dispone di quattro stabilimenti strategicamente posizionati sul territorio per ottimizzare la distribuzione: due per la produzione di gres porcellanato nello Stato di Paraiba e due per la produzione di piastrelle ceramiche a Criciuma (Santa Catarina) e Goianinha (Rio Grande do Norte). Elizabeth, tra i top 25 nella graduatoria dei maggiori produttori mondiali di piastrelle di Ceramic World Review, ha dichiarato nel 2021 una capacità produttiva di circa 56 milioni mq e una produzione effettiva di 42,8 milioni mq, con ricavi pari a 197,5 milioni di Euro.

Con questa nuova operazione, il cui closing è previsto nel primo trimestre 2023, Mohawk Industries si appresta a diventare il più grande produttore di piastrelle in termini di fatturato sul mercato brasiliano. Le sinergie che si svilupperanno dall’attività combinata di Eliane ed Elizabeth metteranno a valore i rispettivi punti di forza, migliorando l’offerta di prodotto, l’efficienza operativa e le capacità di fornire servizi al mercato.

Per la multinazionale americana del flooring, già leader mondiale nel segmento ceramico, le due ultime acquisizioni di Vitromex ed Elizabeth rappresenteranno, una volta perfezionate, un apporto di capacità produttiva aggiuntiva di circa un centinaio di milioni di metri quadrati.

Nove mesi in rialzo, ma pesano i costi sul terzo trimestre

Sul fronte economico e finanziario, la chiusura del terzo trimestre lo scorso 1° ottobre ha evidenziato per il gruppo di Calhoun i primi segni di rallentamento della crescita, a causa dell’indebolimento della domanda e dell’aumento generale dei costi. Come sottolineato dal presidente e CEO Jeffrey S. Lorberbaum,

“l’incremento dei ricavi nel terzo trimestre (ndr. 2,9 miliardi di dollari, +3,6% sul terzo trimestre 2021, o +8,3% su base costante) è stato trainato principalmente dall'aumento dei prezzi di vendita e dall’attività nel settore commerciale. Le vendite sono state inferiori alle previsioni, soprattutto a causa dell’indebolimento del canale retail in tutti i mercati e per tutte le categorie di prodotto. I minori volumi, che significa maggiori costi non assorbiti, hanno influito negativamente sul nostro reddito operativo, peraltro già influenzato dai pesanti rincari su materiali, energia e trasporti”.

Complessivamente, Mohawk Industries ha chiuso i primi nove mesi del 2022 con ricavi a 9,1 miliardi di dollari, in crescita del 7,7% rispetto all'anno precedente (+12,1% su base costante), mentre l'utile netto rettificato (esclusi gli oneri di svalutazione non-cash e gli oneri non ricorrenti) è sceso a 739 milioni di dollari (contro gli 844 milioni dei 9 mesi 2021).

A pagare il conto più salato della crisi energetica e dell’aumento dell’inflazione sono state le attività in Europa che non sono riuscite a compensare del tutto i maggiori costi con l’aumento dei listini. Secondo Lorberbaum, il differimento degli acquisti da parte dei consumatori europei continuerà a tenere sotto pressione le vendite e i margini delle attività in quest’area fino al superamento delle attuali difficoltà.

Negli Stati Uniti i maggiori ostacoli sono stati sia l’elevata inflazione che l’aumento dei tassi sui mutui, passati dal 3 a circa il 7%.

Qui, spiega Lorberbaum, “ci attendiamo un’ulteriore flessione del mercato residenziale, incluso il segmento delle ristrutturazioni, già rallentato negli ultimi mesi. Tuttavia, è prevedibile una ripresa nel lungo termine dato che il deficit abitativo statunitense è stimato intorno ai 5 milioni di unità e che la metà del patrimonio residenziale ha più di 50 anni”.

Il business ceramico al primo posto per quota di fatturato

Nel terzo trimestre 2022 e più in generale nei nove mesi, il segmento Global Ceramic ha registrato le performance migliori nonostante i venti contrari che hanno soffiato sull’Europa. Nel periodo luglio-settembre le vendite sono salite del 9,8% a 1,1 miliardi di dollari (+12,4% su base costante) e il margine operativo rettificato è stato pari al 12,1%. I ricavi totali nei 9 mesi hanno raggiunto i 3,32 miliardi di dollari, con un incremento dell’11,9% sul 2021 e una quota del 36,5% sul consolidato di gruppo.

Le vendite nel canale del residenziale nuovo si sono rivelate solide nella maggior parte delle aree geografiche, mentre il segmento commerciale ha confermato la sua tenuta proseguendo nei progetti di nuova costruzione e ristrutturazione.

Come già accennato, nella maggior parte dei mercati le ristrutturazioni residenziali hanno segnato un rallentamento dovuto al differimento degli investimenti sulla casa in presenza di una forte pressione inflazionistica e all'aumento dei tassi di interesse.

Negli USA la business unit ceramica ha incrementato le vendite dei top in quarzo e migliorato i suoi risultati grazie all’introduzione di nuove collezioni a margini più elevati che rappresentano un’alternativa alle importazioni europee. In Europa i risultati hanno superato le aspettative grazie alle misure sui prezzi, al buon andamento delle vendite delle collezioni premium, ma anche ai sussidi del governo italiano per compensari i rincari energetici; l'aumento del prezzo del gas ha invece influito negativamente sulle vendite dei materiali di fascia bassa e per l’outdoor.

Come annunciato da Lorberbaum, nel quarto trimestre la produzione sarà ridotta in tutte le aree geografiche.

Per quanto riguarda le altre divisioni del gruppo, nei primi 9 mesi del 2022 la divisione Flooring North America ha aumentato i ricavi del 5,2% a 3,26 miliardi di dollari, mentre la BU Flooring Rest of the World ha segnato un incremento del 5,6% a 2,5 miliardi, nonostante la battuta d’arresto nel terzo trimestre (-4,8% sul terzo trimestre 2021).

La solidità del gruppo è garanzia di successo a lungo termine

Nell’impossibilità di prevedere la durata delle attuali condizioni macro-economiche e il relativo impatto sul settore, Mohawk Industries si sta concentrando su investimenti volti a massimizzare la redditività a lungo termine. Secondo le previsioni del gruppo, nel quarto trimestre 2022 la domanda subirà un ulteriore rallentamento, da cui la scelta di ridurre i volumi produttivi ponendo in essere, allo stesso tempo, una serie di azioni sia per incentivare le vendite (differenziazione delle collezioni, attività promozionali e innalzamento della competitività) che per ridurre i costi amministrativi e di produzione.

Le valutazioni di Lorberbaum riguardo al futuro restano positive: “Negli ultimi decenni, Mohawk è riuscita a superare con successo periodi di crisi e di recessione del settore. La nostra attività rimane solida. I pavimenti sono una componente imprescindibile nell’edilizia e Mohawk ha conquistato posizioni di leadership nei mercati chiave di tutto il mondo con marchi riconosciuti e un'ampia offerta di prodotti. In questo periodo stiamo investendo per prepararci al rimbalzo del mercato che si verifica sempre dopo una contrazione: stiamo ampliando l’offerta per le tipologie di prodotto a crescita più elevata come LVT, laminato, top in quarzo, ceramica premium e materiali da isolamento. Abbiamo anche effettuato acquisizioni strategiche che sosterranno la nostra attività creando sinergie importanti. Il nostro basso livello di indebitamento, pari a 1,2 volte l'EBITDA, e una liquidità superiore a 1,8 miliardi di dollari ci permettono di gestire l’attuale contesto di mercato e ottimizzare i risultati a lungo termine".

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