Prezzi Materie prime: Acimac chiede interventi urgenti di sistema

L’impennata dei prezzi di materie prime, componentistica, logistica ed energia fa lievitare del 30% i costi di produzione del comparto macchine per ceramica. Mongardi (Acimac): “Rischiamo in poche settimane di vanificare interamente la ripresa”

“Il forte stress test a cui il nostro comparto è sottoposto non potrà non avere conseguenze. Chiediamo quindi interventi urgenti di sistema per evitare che l’innalzamento spropositato dei costi di produzione, dovuto sia alla situazione globale, ma anche a pulsioni speculative, comprometta la ripresa e la tenuta delle aziende”.

Così Paolo Mongardi, Presidente di Acimac, l’Associazione dei Costruttori Italiani di Macchine e Attrezzature per Ceramica, lancia un appello alle autorità e agli stakeholder della filiera manifatturiera per sottolineare le difficoltà del settore alla luce dell’innalzamento dei costi delle materie prime, della componentistica e della logistica e denuncia la difficoltà del comparto, che soffre lo stress mondiale sulle supply chain.

La ripartenza a pieno regime degli stabilimenti industriali di questa estate e la mancanza degli stoccaggi ha scatenato una reazione a catena di cui si stanno pagando gli effetti sotto più punti di vista.

Innanzitutto, il prezzo delle materie prime, in primis gli acciai, utilizzate e lavorate per produrre le macchine. A questo si aggiungono i forti ritardi di consegna della componentistica e gli aumenti dei loro costi, oltre agli incrementi dei costi logistici, ad iniziare dai pallet e box fino all’innalzamento dei noli marittimi per via dell’effetto “collo di bottiglia” che ha portato e sta ancora portando conseguenze sulla logistica e sui prezzi anche del trasporto via terra.

Nelle ultime settimane si è poi assistito ad una crescita smisurata dei costi energetici che alimentano le fabbriche.

“Se la situazione non dovesse cambiare, molte aziende del nostro comparto rischiano il collasso, vanificando la ripartenza post pandemia con conseguenze su tutta la filiera del nostro distretto - ammonisce Mongardi -. Il Centro Studi Mecs stima un aumento medio del +30% nei costi di produzione, valori non più assorbibili dalle nostre aziende senza minarne la redditività. Auspichiamo che questo allarme possa essere recepito al più presto per invertire la curva dei costi e permettere così una ripresa produttiva ed economica che sia piena, senza ulteriori zavorre, in modo da archiviare definitivamente la crisi dovuta alla pandemia”.

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